Ecco perché rifarò AstraZeneca

Sono una under 60. Quando mi sono presentata all’appuntamento per la vaccinazione, il 15 maggio scorso all’Ospedale di Bobbio (PC), quel giorno c’era solo AstraZeneca. Ho fatto il vaccino che c’era. Ora che il Governo ha deciso che AstraZeneca, già precedentemente sospeso, per gli under 60 non va più bene, mi si prospetta la vaccinazione cosiddetta “eterologa”, spacciata (uso questo verbo non a caso) come addirittura più efficace in termini di protezione dal virus. Per quanto ho potuto, mi sono informata. Ho letto, tra le tante cose, che gli studi sui mix vaccinali non sono al momento sufficienti a suffragare la veridicità della suddetta affermazione. Oltretutto, sempre in merito ai mix vaccinali, non si capisce perché, qualora fossero realmente più efficaci, non si sia proceduto prima a proporli a nostra maggiore tutela.

Stanca delle pagliacciate, ho deciso quindi di assumermi la responsabilità di fare il mio richiamo, il 24 luglio prossimo, di nuovo con AstraZeneca.

Poiché sono italiana e conosco bene i labirinti burocratici nei quali per ogni minima cosa ci si trova costretti, stamattina ho deciso di chiamare con largo anticipo l’AUSL di Piacenza, in modo da non dovermi trovare al momento del richiamo nell’impossibilità di farlo con AstraZeneca, come desidero. Alla seconda telefonata (0523 – 1790900) un’operatrice che rispondeva al nome di Maia mi ha detto che ero la prima persona che avanzava una simile richiesta. Ergo avrei dovuto rivolgermi ad un altro numero di telefono, precisamente il 800651941. Cosa che ho fatto. La nuova e gentile operatrice, di nome Tiziana, mi ha informato che al momento stavano chiamando gli under 60 più giovani di me (!!!) per chiedere (in rigoroso ordine d’età) in quale modo desiderassero procedere, se con AstraZeneca o con un altro vaccino, ma che qualora non fossi stata interpellata entro il 10 luglio, per maggiore sicurezza avrei potuto richiamare per far presente la mia richiesta.

Dunque:

  • prima, il 15 maggio scorso all’Ospedale di Bobbio, mi si è proposto AstraZeneca (già sospeso, ripeto) come unico vaccino possibile in quella giornata – e io avevo la necessità di vaccinarmi in fretta per poter visitare mia madre in RSA senza dover fare un tampone via l’altro;
  • adesso mi si dice che no, AstraZeneca può essere pericoloso, quindi per la seconda dose meglio optare per Pfizer o Moderna – con quali evidenze scientifiche resta tutto da dimostrare;
  • infine, mi devo dar da fare per ottenere la seconda dose del famigerato AstraZeneca telefonando a destra e a manca e firmando per assumermi la responsabilità di scelte che non dipendono da me – AstraZeneca non è infatti uno dei vaccini autorizzati dall’EMA? E chi sono io per mettere in discussione tali decisioni?

Posso dirlo? Questa confusione è vergognosa. Non tanto per l’incertezza che può essere comprensibile in tempi incerti come questi, quanto per le modalità di comunicazione e di attuazione delle direttive che di volta in volta, repentinamente, vengono date.

Da ultimo, ciliegina sulla torta, l’annuncio del Presidente del Consiglio: dopo la prima dose di AstraZeneca, lui farà l’eterologa.

Sapevo che Draghi era un esperto di economia, un banchiere, finanche un politico in grado di soddisfare le diverse attese messianiche, mi mancava però il ruolo di sponsor del mix vaccinale. Mi risulta che il nostro premier solitamente non parli molto, ma mi pare proprio che in questo caso abbia perso una buona occasione per stare, questa volta sì, zitto. Infatti, oltre a essere un uomo e non una donna, è pure over 70. Allora, che parla a fare?

 

Cover: https://www.focus.it/scienza/salute/nella-lotta-tra-vaccini-e-varianti-i-primi-hanno-la-meglio

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